Un’incidenza di 1/150 individui. 85% dei quali asintomatici e non diagnosticati, solamente il 15% degli individui presenta una forma sintomatica.
Stiamo parlando della celiachia, vale a dire un’infiammazione cronica dell’intestino tenue scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.
Interessa tutte le età a partire dallo svezzamento, con interessamento prevalentemente femminile.
Quali sono i sintomi associati alla celiachia?
- gonfiore, dolore addominale, diarrea. Questi i sintomi più comuni e primo campanello d’allarme.
- stanchezza cronica: questo è un sintomo che viene notato anche quando ancora non è stata diagnosticata la malattia.
- Iponutrizione e perdita di peso: la celiachia ostacola l’assorbimento di importanti nutrienti che l’organismo ottiene dal cibo. Per questo può comparire uno stato di iponutrizione con conseguente dimagrimento.
- Anemia: una conseguenza extraintestinale frequente della malattia celiachia è una diminuzione di emoglobina nel sangue, vale a dire l’anemia (che spiega in parte la sensazione di stanchezza cronica).
- Dermatite erpetiforme: è attualmente considerata come la variante cutanea della malattia celiaca, ovvero la cosiddetta “celiachia della pelle”, e si manifesta soprattutto in corrispondenza di gomiti, ginocchia e glutei.
Come si diagnostica la celiachia?
Ripetiamo che circa l’ 1% della popolazione del nostro paese è affetto da celiachia, ma sottolineiamo anche che molti pazienti sono malati ma non ancora hanno ricevuto diagnosi di celiachia.
La celiachia è condizionata dalla componente genetica e, pare, influenzata dal sistema immunitario: il glutine scatena una risposta immunitaria eccessiva e violenta, indirizzata alle cellule dell’intestino tenue adibite all’assorbimento dei nutrienti.
La celiachia può essere identificata con assoluta sicurezza attraverso la ricerca sierologica e la biopsia della mucosa duodenale in corso di esofagogastroduodenoscopia . Gli accertamenti diagnostici per la celiachia devono necessariamente essere eseguiti a dieta libera (dieta che comprende il glutine).
È fondamentale quindi rivolgersi al proprio medico quando vi sono sintomatologia associabile alla celiachia poiché egli potrà prescrivere una gastroscopia ed esami sierologici che andranno a ricercare il motivo che porta a determinati disturbi ed a confermare o meno la malattia.
Celiachia: cura
Al giorno d’oggi l’unica “cura” a disposizione è l’attenzione rigorosa ad una dieta completamente priva di glutine per permettere la scomparsa della sintomatologia e delle possibili conseguenze che potrebbero derivarne.
Da evitare quindi : avena, farro, kamut, orzo, semolino e derivati.
Accettati: riso, miglio, mais, quinoa.
In alcuni casi vi è necessità di un ausilio vitaminico e di sali minerali.
Se l’infiammazione intestinale è particolarmente importante si utilizzano steroidi per controllarla.
N. B. Le informazioni contenute nel presente articolo sono da considerarsi strettamente informative e NON sostituiscono la consulenza medica.